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LA CRIOGLOBULINEMIA MISTA

SINTOMI E TRATTAMENTO

SINTOMI E TRATTAMENTO - Crioglobulinemia mista

CENTRO DI RIFERIMENTO PER LA DIAGNOSI E LA CURA DELLA CRIOGLOBULINEMIA MISTA

 

Cos’è la crioglobulinemia mista

 
Le crioglobuline sono costituite da immunoglobuline (anticorpi) anormali, che hanno la caratteristica di “precipitare” (cioè formare un materiale semisolido) nel sangue quando la temperatura corporea si abbassa (dal greco: crio=freddo). Questo materiale provoca un impedimento alla circolazione del sangue ed un danno ai vasi sanguigni più piccoli, determinando un processo patologico chiamato “vasculite”.

 

Come si ricercano le crioglobuline 

 
Sebbene la ricerca delle crioglobuline sia un’indagine semplice, è necessario che siano rispettate alcune norme (eseguire il prelievo con siringa preriscaldata e manipolare il sangue alla temperatura dei 37°). Eseguire l’indagine in maniera non adeguata può determinare un risultato falsamente negativo. Pertanto, è opportuno eseguire questa indagine solo nei laboratori specializzati in questo tipo di diagnostica.

 

I segni della malattia 

 
Il sintomo più frequente (quasi il 100% dei casi) della vasculite crioglobulinemica è a carico della cute, e consiste in episodi di “porpora”, cioè macchie di colore rosso-violaceo, quasi sempre a livello degli arti inferiori (immagine a sinistra), che con il loro ripetersi determinano una colorazione brunastra della pelle (immagine a destra). In alcuni casi, queste manifestazioni sono complicate da ulcerazioni croniche della cute degli arti inferiori.
Altro sintomo frequente è la “neuropatia periferica”, cioè un danno ai nervi che determina sintomi (formicolio, sensazione dolorosa, riduzione della sensibilità, riduzione della forza muscolare) limitati ad alcune zone del corpo (es gambe o braccia).

Un altro segno frequentemente associato alla crioglobulinemia è la “sindrome sicca”, cioè  una riduzione della salivazione e della lacrimazione; quest’ultima determina tipicamente una fastidiosa sensazione di “sabbia negli occhi”. In alcuni casi vi possono essere problemi a carico dei reni e di altri organi. 

  

Epatite C e crioglobulinemia

 
Fino alla fine degli anni 80 questa malattia ha rappresentato un problema per la scarsa e transitoria risposta alle terapie ‘classiche’ (cortisone, farmaci immunosoppressori, “lavaggio del sangue” con la plasmaferesi). Nel 1987 ricercatori dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ descrissero per la prima volta l’efficacia dell’interferone, un farmaco antivirale, nel “curare” la crioglobulinemia mista (Am. J. Med. 83:726-730, 1987). Numerosi altri studi, eseguiti dallo stesso gruppo e da altri centri di ricerca nel mondo, hanno successivamente confermato questa scoperta. Nel 1991, il gruppo della Dr.sa Casato (Lancet 337: 1047-1048, 1991), contemporaneamente ad altri gruppi italiani e stranieri, ha identificato il virus dell’epatite C (HCV) come principale causa di questa malattia. Studi successivi hanno confermato che oltre il 95% dei casi di crioglobulinemia mista sono causati dallo HCV. Quasi la metà delle persone che hanno una infezione cronica da HCV hanno crioglobuline nel siero. Tuttavia, solo il 10% circa di questi pazienti ha i segni e sintomi causati dalla crioglobulinemia, mentre nel rimanente la presenza delle crioglobuline è asintomatica. 

 

La terapia

 
La terapia di prima scelta per la crioglobulinemia mista mira ad eliminare l’infezione da HCV con farmaci antivirali. Solo l’eradicazione di questa infezione consente di curare in maniera definitiva la crioglobulinemia mista. La terapia antivirale con interferone+ribavirina, l'unica disponibile fino al 2014, consente di eliminare l'infezione da HCV in circa la metà dei casi. Nell'ultimo anno sono divenuti disponibili nuovi farmaci antivirali diretti, somministrabili per via orale, che appaiono consentire l'eliminazione dell'infezione del virus in oltre il 90% dei casi. L'elevato costo di questi farmaci costringe, per il momento, a limitarne l'uso a pazienti con infezione da HCV in particolari condizioni cliniche; l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) indica la crioglobulinemia mista con danno d'organo come indicazione prioritaria alla terapia con questi farmaci, che possono essere prescritti solo da centri altamente qualificati identificati dalle Regioni. Nei casi refrattari alla terapia antivirale, o nei casi particolarmente gravi in associazione alla terapia antivirale, sono stati ottenuti buoni risultati con il rituximab (Mabthera®), un anticorpo diretto contro i linfociti B (che producono le crioglobuline); l'uso del rituximab per la crioglobulinemia mista è stato autorizzato dall'AIFA (GU n. 103, 06-05 2014) sulla base di uno studio effettuato presso questo Centro di Riferimento.

E’ fondamentale che la terapia della crioglobulinemia mista venga effettuata in centri altamente specializzati. Inoltre, la presenza di crioglobuline può determinare falsi risultati di alcune indagini di laboratorio essenziali per controllare l’efficacia e gli effetti collaterali della terapia (emocromo, protidogramma, determinazione della presenza del virus nel sangue, etc).
 

La Crioglobulinemia Mista è una malattia rara

 
La crioglobulinemia mista è classificata tra le malattie rare. Secondo la vigente normativa, le indagini diagnostiche e le terapie relative a Malattie Rare vengono effettuate in regime di esenzione dalla partecipazione al costo presso i Centri di Riferimento identificati in ogni Regione per ciascuna malattia, che possono erogare le relative certificazioni di esenzione dalla partecipazione al costo assistenziale. 

 

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